Nonostante le pesanti conseguenze di una guerra che ci è stata imposta, l’occupazione di oltre il 20 percento del nostro territorio, e l’espulsione di più di un milione di azeri, la Repubblica dell’Azerbaigian è sempre stata a favore di una soluzione politica pacifica del conflitto armeno-azerbaigiano.
I requisiti della Carta dell’ONU ed i principi dell’OSCE sull’inviolabilità delle frontiere e sull’integrità territoriale degli stati, nonché le convenzioni internazionali sulle vittime delle guerre, costituiscono, a nostro avviso, una solida base per la soluzione pacifica del conflitto e per superare le sue pesanti conseguenze.
Sulla base di questa posizione di principio e in risposta agli appelli del Presidente della Federazione Russa Boris Yeltsin, dell’Assemblea interparlamentare della CSI, dell’attuale presidente dell’OSCE, del presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa e di altre autorevoli organizzazioni internazionali, la Repubblica dell’Azerbaigian, in occasione dell'anniversario della firma dell’accordo sul cessate il fuoco sul fronte armeno-azerbaigiano, libera unilateralmente tutti i cittadini armeni o di nazionalità armena prigionieri di guerra o detenuti in territorio Azerbaigiano sulla base di altre motivazioni.
Esprimiamo inoltre il nostro rammarico per il fatto che il Comitato Internazionale della Croce Rossa non sia ancora riuscito a identificare, sulla base degli elenchi forniti dall’Azerbaigian, le centinaia di ostaggi e di prigionieri di guerra azeri che si trovano in territorio armeno e nei territori azeri occupati dall’Armenia.
Confidiamo che la parte armena creerà le condizioni necessarie a tale scopo e ai fini della liberazione di tutti i cittadini azeri presi in ostaggio.
La Repubblica dell’Azerbaigian ribadisce il suo impegno a favore di una soluzione pacifica del conflitto armeno-azerbaigiano e auspica che le azioni umanitarie che ha intrapreso favoriranno al più presto il raggiungimento della pace.
Il Quotidiano “Azerbaigian”, 20 maggio, 1995.