Il discorso del signor Heydar Aliyev, il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian durante il ricevimento ufficiale dato da parte del signor Oscar Luigi Scalfaro, il Presidente della Repubblica d’Italia in onore del Presidente dell’Azerbaigian – Roma, il Palazzo del Quirinale, il 25 settembre 1997

Signor Presidente Scalfaro!

Gentili Signore e Signori!

Vi saluto cordialmente e vorrei esprimere a Lei, signor Presidente, la mia profonda gratitudine per l’invito ufficiale al vostro paese, per le fruttuose trattative condotte e per l’accoglienza amichevole e cordiale che abbiamo incontrato dal primo momento che siamo arrivati qui e anche per l’ospitalità. Grazie mille.

Ritengo che il nostro incontro di oggi e in generale, la mia visita ufficiale aprirà una nuova tappa nelle relazioni tra l’Italia e l’Azerbaigian. Essendo un giovane Stato indipendente l’Azerbaigian ne ha bisogno e lo vuole tanto. Rispettiamo il passato storico del popolo italiano e il suo grande contributo alla civiltà mondiale fatto in tutti i periodi della storia, nonché il gran peso che ha l’Italia negli ultimi 50 anni nel processo del consolidamento della pace, della prosperità e della tranquillità in Europa e in tutto il mondo. L’Italia è uno dei più grandi Stati del mondo ed ha una grande importanza nella vita della comunità mondiale, in particolare, nella vita economica e politica dell’Europa. Perciò noi vogliamo mantenere i rapporti attivi con l’Italia nei campi politici, economici, culturali ed umanitari. Ritengo che la nostra conversazione di oggi con Lei e le trattative sono svolte proprio in questo spirito.

Signor Presidente, La ringrazio per le Sue parole affettuose sul popolo azerbaigiano, sulla sua aspirazione all’indipendenza, su tutte le trasformazioni democratiche che hanno avuto luogo in Azerbaigian dopo l’acquisizione dell’indipendenza statale. Signor Presidente, Lei ha ragione nel fatto che il passaggio dal sistema burocratico-totalitario pianificato all’indipendente economia di mercato e il passaggio dal sistema del regime totalitario e autoritario alla democrazia sono difficili e complessi. Però, signor Presidente, vorrei assicurare Lei e tutti i nostri amici che l’Azerbaigian mantiene fermamente la sua posizione d’indipendenza e che l’indipendenza statale del nostro paese è incrollabile. La nostra felicità consiste nel fatto che il popolo azerbaigiano, gli organi statali dell’Azerbaigian e il Presidente mantengono con fermezza la posizione dell’indipendenza. Seguiamo con risolutezza e sicurezza la strada di cambiamenti democratici e costruiamo uno Stato democratico, giuridico e secolare. Realizziamo le riforme economiche e costruiamo tutta l’economia dell’Azerbaigian sulla base dei rapporti di mercato. Effettuiamo la privatizzazione delle proprietà, la privatizzazione delle terre e la consegna di tutte le terre alla proprietà dei contadini col dirittto di compravendita.

Facendo le riforme economiche, noi abbiamo approvato molte leggi per poterle realizzare col successo. Abbiamo aperto l’economia del nostro pease a tutto il mondo ed a tutti gli investitori stranieri. Per il più grande richiamo in Azerbaigian degli investimenti stranieri abbiamo creato tutte le condizioni con le nostre leggi e documenti giuridici. Tutto questo dà i suoi risultati positivi. Nella vita economica del nostro paese ci sono degli evidenti cambiamenti positivi. Negli ultimi tre anni sono stati firmati 9 grandi contratti con le compagnie petrolifere di 12 paesi sullo sfruttamento comune dei giacimenti petroliferi dell’Azerbaigian. A questi contratti sono stati richiamate 20 compagnie.

A partire del 1995 collaboriamo con la compagnia italiana “Agip”. Oggi si prevede la stipulazione del contratto tra la Compagnia Statale Petrolifera dell’Azerbaigian e l“Agip-Eni” italiana sullo sfruttamento comune di uno più grande giacimento dell’Azerbaigian. Se non ci fosse il conflitto tra l’Armenia e l’Azerbaigian e l’aggressione militare che ha portato all’occupazione del 20 percento del territorio del nostro paese, avremmo potuto ottenere di più. Dalle regioni occupate sono esiliate a forza più di un milione di azerbaigiani, la maggioranza di essi da cinque anni vivono nelle tende e nelle condizioni socio-economiche eccezionalmente difficili.

L’Azerbaigian è un paese pacifico anche il popolo azerbaigiano è un popolo pacifico, e noi non vogliamo guerre e conflitti. Proprio per questo più di tre anni fa abbiamo dato il nostro consenso al cessate il fuoco e da quel momento manteniamo questo regime di cessate il fuoco tra l’Armenia e l’Azerbaigian. Noi vorremmo regolare il conflitto sulla base di tre principi di Lisbona – a condizione della liberazione totale del territorio dell’Azerbaigian che è stato occupato dalle formazioni militari armene, del ristabilimento dell’integrità territoriale del nostro paese, del ritorno dei profughi nelle loro case e della concessione dello status di autonomia al Nagorno-Karabakh all’interno dell’Azerbaigian.

È la Conferenza di Minsk, il Gruppo di Minsk che si occupa di questa problema. L’Italia ha un posto degno nella composizione della Conferenza di Minsk, del Gruppo di Minsk. Perciò siamo grati alla Repubblica italiana. Io ricordo l’anno 1993, l’inizio del 1994, quando l’Italia presiedeva il Gruppo di Minsk. In quel periodo abbiamo visto anche la posizione equanime d’Italia riguardo la risoluzione di questo conflitto. Signor Presidente, oggi, durante il nostro incontro ho avuto una convinzione solida che l’Italia occupa la posizione dell’osservanza delle norme giuridiche internazionali, del riconoscimento dell’integrità territoriale di qualsiasi paese, compresa anche quella dell’Azerbaigian, nonché della regolarizzazione pacifica del conflitto. Signor Presidente, Le esprimo la mia gratitudine per la Sua posizione equanime. Speriamo che anche in futuro l’Italia avrà questa posizione equanime e sostanziale. Anche si deve sottolineare che l’Italia ha manifestato questa posizione in dicembre 1996 durante l’incontro di Lisbona dell’OSCE.

Siamo ottimisti, speriamo nella regolarizzazione pacifica del problema. E noi da parte nostra faremo tutto possibile per ottenerla e d’ora in avanti contiamo sull’appoggio della Repubblica d’Italia.

Ci sono grandi possibilità per la collaborazione tra l’Italia e l’Azerbaigian nei campi economici, tecnico-scientifici e culturali. Noi cercheremo di utilizzare con massima efficacia queste possibilità. La compagnia “Eni-Agip” ha una grande importanza in questa collaborazione.

Oggi vorrei esprimere ancora una volta il mio rispetto profondo alla storia dell’Italia ed alla vita di oggi della Repubblica italiana. Signor Presidente, vorrei ringraziarLa per gli auguri indirizzati al popolo azerbaigiano ed all’indipendente Repubblica dell’Azerbaigian. L’Azerbaigian fa parte dell’Europa e vuole diventare un membro autorizzato dell’Unione Europea e del Consiglio europeo. Noi conteremò sul Suo appoggio in questa questione.

Auguro al popolo italiano il successo e la prosperità, la pace e il benessere. Signor Presidente, auguro a Lei, allo statista politico di spicco d’Italia la salute e tanti anni di attività fruttuosa. Mi fa piacere vedere alla nostra tavola Sua figlia ed essere insieme alla Sua famiglia. Vorrei augurare a tutta la Sua famiglia la felicità e il benessere. Accetti i miei più sentiti auguri.

Alzo il bicchiere per il popolo italiano, per la Repubblica d’Italia, per l’ulteriore consolidamento e sviluppo dei rapporti amichevoli tra l’Italia e l’Azerbaigian anche per l’ulteriore fioritura del popolo italiano, per l’ulteriore consolidamento della pace e della prosperità in Europa e in tutto il mondo e brindo alla Sua salute, signor Presidente, alla salute di Sua figlia e di tutta la Sua famiglia. Vi auguro tanti anni di vita e successo in tutto. Grazie.

Quotidiano “L’operaio di Baku”, il 1 ottobre 1997