Discorso del Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Heydar Aliyev in occasione dell’incontro con il Segretario generale delle Nazioni Unite Boutros Boutros-Ghali presso il Palazzo del President, 30 ottobre 1994

Signor Segretario Generale,

 Le do nuovamente il benvenuto nella Repubblica dell’Azerbaigian, nella terra azerbaigiana. Desidero esprimLe la mia gratitudine per il Suo interesse e l’attenzione mostrati nei confronti della Repubblica dell’Azerbaigian e ringraziarla per la Sua visita nel nostro paese.

La Repubblica Indipendente dell’Azerbaigian è stata fondata 3 anni fa ed è  membro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La visita del Segretario Generale dell’ONU in Azerbaigian avrà indubbiamente un ruolo molto importante nella risoluzione dei problemi della Repubblica dell’Azerbaigian. Noi, la comunità del nostro paese, riponiamo in essa grandi speranze.

È noto che l’Organizzazione delle Nazioni Unite si occupa regolarmente dei problemi dell’Azerbaigian. La Repubblica dell’Azerbaigian subisce da oltre sei anni all’aggressione armata dell’Armenia. L’ONU e il Consiglio di Sicurezza si occupano di questa questione da ormai tre anni, dal giorno della conquista dell’indipendenza da parte della Repubblica dell’Azerbaigian. In questo campo si è fatto molto, le Nazioni Unite,il Consiglio di Sicurezza e il Segretario Generale hanno compiuto un grande lavoro.  Signor Boutros-Gali, a nome della Repubblica dell’Azerbaigian, La ringrazio per tutto il lavoro fatto e per le decisioni prese.

Avendo acquisito l’indipendenza di recente, la Repubblica dell’Azerbaigian ha avuto molti problemi da risolvere. Come tutte le ex-repubbliche sovietiche che solo in un passato recente hanno acquisito l’indipendenza, anche l’Azerbaigian si trova in un periodo di transizione. Durante questi tre anni abbiamo cercato di garantire e consolidare l’indipendenza dell’Azerbaigian e di guidare al contempo il paese lungo una nuova via, la via della  democrazia.

Dopo aver fatto parte per molti anni dell’Unione Sovietica ed aver vissuto sotto l’influenza dell’ideologia socialista e comunista, adesso il popolo azero, la Repubblica dell’Azerbaigian hanno abbandonato questi principi. In Azerbaigian è in corso  un processo di costruzione di uno Stato indipendente. Il nostro scopo è di creare uno stato di diritto  democratico, e una società civile fondata sul diritto.

Si prevedono grandi cambiamenti nell’economia azera. L’Azerbaigian ha cominciato a sviluppare la sua economia sulla base dei principi dell’economia di mercato. La realizzazione delle riforme economiche, le nuove opportunità per l’economia di mercato e la creazione di condizioni favorevoli alla libera iniziativa e all’imprenditoria – questa è la via cha abbiamo intrapreso per l’economia del paese. A tal fine abbiamo avviato l’introduzione dei principi della privatizzazione . In breve, in campo economico l’Azerbaigian persegue e continuerà a perseguire un’economia di mercato e intende stabilire rapporti con l’economia mondiale, integrarsci ed entrare a far parte della nella comunità econonomica mondiale.

Il periodo di transizione , ha certamente creato notevoli problemi e , difficoltà all’interno del paese. Il passaggio da un sistema sociale, economico e politico ad un altro, richiede del tempo , nonché misure molto serie. Tuttavia, nonostante le difficoltà, abbiamo scelto questa strada e continueremo a percorrerla. Desideriamo garantire l’indipendenza dell’Azerbaigian proprio in questo modo.

Attualmente la Repubblica dell’Azerbaigian attraversa una  crisi sociale ed economica. , Questa crisi è dovuta da un lato al periodo di transizione, come già ricordato, e dall’altro al fatto che negli ultimi sei anni l’Azerbaigan si trova in condizioni di guerra. Malgrado tutte queste difficoltà l’Azerbaigian  sta rafforzando la sua indipendenza. Per molti  secoli il popolo dell’Azerbaigian ha sognato la libertà nazionale e l’indipendenza . La’conquista dell’indipendenza è stato un avvenimento storico per il nostro popolo. Intendiamo  mantenere la nostra indipendenza e sono sicuro che ci riusciremo.

La politica estera dell’Azerbaigian punta alla creazione di rapporti paritari con tutti i paesi. Nel mio discorso del 29 settembre in occasione della sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ho illustrato la posizione dell’Azerbaigian riguardo questa questione.

Desidero sottolineare ancora una volta che durante questi tre anni di indipendenza, soprattutto durante lo scorso anno,  l’Azerbaigian ha fatto passi importanti in questo ambito ed ha instaurato rapporti cordiali e fecondi con molti paesi. Seguendo questa strada l’Azerbaigian ha dichiarato la propria apertura a tutto il mondo. Noi ci rivolgiamo a tutta la comunità mondiale, alle organizzazioni internazionali, alle imprese e al mondo economico  e atutte le parti interessate a investire in Azerbaigian e a collaborare con la nostra repubblica e allacciamo rapporti con loro.

Il 20 settembre di questo anno è stato stipulato un importante contratto che coinvolge autorevoli compagnie stranierie del settore petrolifero per lo sfruttamento congiunto dei giacimenti del Mar Caspio. Inoltre, Continueremo anche in futuro a creare condizioni favorevoli agli investimenti esteri . In sostanza,l’Azerbaigian indipendente mira ad occupare un posto meritevole di nota nella comunità mondiale e nell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Come lo sapete tuttavia, il compito più difficile, più pesante e più importante della nostra repubblica è quello di prevenirel’aggressione militare da parte dell’Armenia . Desidero sottolineare che l’ONU, il Consiglio di Sicurezza e Lei personalemente  Signor Segretario Generale, vi siete sempre occupati di questa questione e ne conoscete tutti gli aspetti. Io ritengo che gran parte dei nostri incontri dovrà essere dedicata proprio a questa questione. È noto che il Vostro arrivo è legato in un certo senso proprio a queste questioni. Dopo l’Azerbaigian, Voi vi recherete in visita in Giorgia e in Armenia. Questo significa che la situazione della nostra regione Vi interessa, e noi siamo a nostra volta molto interessati a sfruttare le opportunità che ci offrite di ristabilire la pace e la tranquillità nella nostra regione.

Desidero ricordare che in sei anni di guerra le forze armate armene hanno occupato il 20 percento del territorio della Repubblica dell’Azerbaigian. I territori occupati costituiscono sia il territorio del Nagorno-Karabagh che fa parte dell’Azerbaigian, sia altri territori in ben sette regioni nell’area intorno al Nagorno-Karabagh. Più di un milione di cittadini azeri sono dovuti fuggire dalle regioni occupate,  divenendo  profughi. Adesso si trovano in una situazione molto grave: la maggior parte di loro vive in tende, altri non hanno nemmeno il minimo indispensabile per viviere.  Tutto questo aumenta notevolmente la tensione sia socio-economica e anche politicanella Repubblica dell’Azerbaigian. 

Voi conoscete la questione,  ma io vorrei ripetere ancor una volta che non è stato l’Azerbaigian a cominciare questa guerra. L’Azerbaigian,  per dire le cose come stanno, è stato coinvolto nella guerra. Sei anni fa l’Armenia ha cominciato l’aggressione contro l’Azerbaigian per occupare il Nagorno-Karabagh, territorio che fa parte della Repubblica dell’Azerbaigian. Purtroppo, per motivi che rigardano l’Azerbaigian e soprattutto grazie agli aiuti ricevutida forze esterne l’Armenia è riuscita ad occupare una parte del territorio azerbaigiano.

Questa guerra è costata all’Azerbaigian oltre 20 vittime . Più di centomila cittadini azeri sono stati feriti e sono rimasti invalidi. Nei territori occupati sono stati distrutti e incendiati edifici privati, , fabbriche, stabilimenti ed edifici pubblici . La guerra ha causato al popolo azero e alla Repubblica dell’Azerbgian gravi danni, sia morali che materiali. Nonostante ciò l’Azerbaigian persegue la pace e desidera pervenire ad una composizione pacifica di queste questioni, sebbene i passi pacifici che abbiamo fatto non abbiano ancora dato risultati.

Sapete che la questione relativa all’aggressione dell’Armenia contro l’Azerbaigian è stata discussa più di una volta al Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza ha adottato quattro risoluzioni riguardanti la questione. Nell’aprile del 1993 in relazione all’occupazione della regione di Kelbajar è stata adottata la risoluzione n. 822 e poi in relazione all’accupazione delle regioni Fizuli, Jabrail, Zangilan e Gubadli sono state adottate le risoluzioni n. 874 e 884. In tutte queste disposizioni approvate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU si chiede il ritiro incondizionato delle forze armate armene dai territori occupati e la liberazione di questi territori.

Oltre a queste risoluzioni, adottate in relazione all’attività di conquista delle forze armate armene nel territorio dell’Azerbaigian, il presidente del Consiglio di Sicurezza è intervenuto sei volte pronunciando una dichiarazione. Lei, Signor Segretario Generale, ha fatto molte dichiarazioni importanti, ma purtroppo, nessuna di queste disposizioni e dichiarazioni è stata realizzata. La parte armena non si è mai adeguata alle decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e in generale all’ONU e continua a non farlo. Purtroppo la violazione delle norme internazionali e il mancato adeguamento dell’Armenia a queste norme restano finora impunite. 

L’Azerbaigian lavora in stretta collaborazione sia con l’ONU che con l’OSCE ai fini della composizione pacifica del problema. A tal fine è stato creato in seno alla  CSCE il Gruppo di Minsk. La Repubblica dell’Azerbaigian  collabora regolarmente  con il  Gruppo di Minsk, cercando di creare tutte le condizioni atte a favorire l’importante attività del Gruppo di Minsk .

Negli ultimi anni alcuni Stati hanno intrapreso iniziative indipendenti per risolvere queste questioni. Tali iniziative sono state prese da Stati Uniti d’America, Russia e Turchia. Abbiamo cercato di beneficiare anche di queste iniziative.

Ultimamente la Russia ha avviato di propria iniziativa un’importante attività di mediazione  nel tentativo di contribuire alla soluzione dei nostri problemi . Noi abbiamo cercato di utilizzare gli sforzi di mediazione della Russia e continiamo a farloe perchè il nostro unico scopo è di pervenire ad una composizione pacifica del conflitto. Perciò accettiamo le iniziative avviate da questi paesi per una risoluzione giusta ed equa della questione.

Sapete che grazie alla mediazione del Gruppo di Misnk e della Russia ed in seguito ai negoziati diretti tra l’Armenia e l’Azerbaigian è stato ottenuto il cessate il fuoco da più di cinque mesi. Lo consideriamo un grande successo. Ma nello stesso tempo, cerchiamo di utilizzare in modo razionale il cessate il fuoco per ottenere una pace definitiva. Collaboriamo in questo campo col Gruppo di Minsk e con la Russia. Il nostro scopo è la conclusione di una pace duratura e la fine della guerra.

Naturalmente poniamo anche le nostre condizioni, che sono le seguenti: per raggiungere una pace duratura e il cessate il fuoco totale le forze armate di aggressione dell’Armenia devono ritirarsi dai territori occupati dell’Azerbaigian. Ponendo la questione in questi termini, noi crediamo che in una prima fase le forze armate armene debbano abbandonare le regioni occupate dell’Azerbaigian, comprese le regioni di Lachin e di Shusha. La questione del Nagorno-Karabagh deve essere risolta in una seconda tappa. Dopo la liberazione delle terre occupate i profughi devono tornare alle proprio terre. Se noi otterremo questo risultato e se le regioni di Lachin e di Shusha saranno liberate, nella seconda tappa delle trattative  si potrà discutere lo status del Nagorno-Karabagh e prendere misure riguardo la questione. 

Esponendo queste proposte, noi, certamente, teniamo conto del fatto che si deve garantire anche la sicurezza degli armeni che abitano nel Nagorno-Karabagh. È evidente che tutti i profughi che possono tornare alle proprie terre dovranno tornare. Dovrà essere garantita la sicurezza di tutti i cittadini azerbaigiani.  Dovrà essere ripristinata la composizione demografica del Nagorno-Karabagh, dove  insieme agli armeni abitavano anche gli azeri. Anche loro dovranno poter tornare nelle proprie terre. Ovviamente a causa della guerra, che è durata sei anni,  sono nate  contraddizioni e sfiducia reciproca. Perciò queste questioni richiedono una soluzione graduale

Al termine di questo processo dovrà essere garantita l’integrità territoriale della Repubblica dell’Azerbaigian nonché l’inviolabilità delle frontiere del nostro paese. In qualità di Stato indipendente e sovrano la Repubblica dell’Azerbaigian deve essere padrone del proprio territorio e delle sue frontiere. Speriamo che l’ONU, il Consiglio di Sicurezza e soprattutto Lei, Signor Segretario Generale, risolvendo questi problemi potrete successivamente realizzare molte altre cose. Poiché la risoluzione di queste questioni è legata all’Organizzazione della CSCE e poiché il Gruppo di Minsk è stato appositamente creato a tale scopo  noi preferiamo risolvere questo problema in seno al Gruppo di Minsk nel quadro della CSCE. 

 

Apprezzando gli sforzi di mediazione della Russia e  in considerazione delle suo potenziale nella nostra regione, noi sosteniamo la collaborazione della Russia con il Gruppo di Minsk della CSCE. Riteniamo che questa collaborazione debba essere diretta alla soluzione razionale delle questioni della nostra regione.

Indubbiamente, l’ONU, che è l’organizzazione più autorevole, il vertice del processo decisionale internzionale, e che opera da 49 anni, svolge una efficace attività in tutte le regioni del mondo.

 Io spero che prima di celebrare il suo cinquantesimo anniversario l’Organizzazione delle Nazioni Unite, utilizzando tutte le sue risorse, sarà in grado di risolvere anche i problemi della nostra regione.

Signor Segretario Generale Butros-Gali, noi e tutto l’Azerbaigian La conosciamo come un grande diplomatico, come una persona che ha grandi meriti nella politica mondiale. La Sua attività a favore della pace  è nota a tutti e il popolo azerbaigiano la aprezza molto. Confido che grazie alla Sua autorità, la stima di cui gode e le Sua possibilità potrà aiutare l’Azerbaigian ad uscire da questa difficile situazione. Noi La aspettavamo con questo desiderio e pensiero ed è proprio con questo desiderio che ora mi accingo ad avviare con Lei il nostro colloquio

Il quotidiano “Azerbaigian”,  1 novembre 1994